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31 luglio 2009 5 31 /07 /luglio /2009 00:00

 

Il fatto lo conoscete tutti. Una delle Iene, Alessandro Sortino, si è presentato a Ceppaloni sotto casa di Mastella con un sacchetto di arance per la signora Lonardo Mastella agli arresti domiciliari. Nell’andirivieni, ha incontrato il figlio Elio Mastella e ha iniziato a fare la Iena, cioè ad incalzarlo con domande un po’ strafottenti e inquisitorie del tipo tu sei un raccomandato, fai carriera grazie a tuo padre e cose del genere. Dopo un battibecco durato alcuni minuti, il pacioso Elio ha pugnalato la Iena: “Io so chi è tuo padre”. Silenzio. Risposta sdegnata. parapiglia e ognuno per la sua strada. Dunque, il padre di Alessandro Sortino, Sebastiano, è stato segretario della Fieg, Federazione italiana editori giornali, negli anni ‘70 (cioè poteva chiamare senza problemi tutti gli editori, da Caracciolo ad Agnelli, non gente qualunque), poi è passato all’Authority per le Comunicazioni, dove ha eguale potere, se non superiore. Ora il figlio Alessandro, romano di 38 anni, fa la Iena dopo aver lavorato per la Stampa e Radio Capital, esser stato chiamato da Davide Parenti alle Iene e da Mario Monicelli per una sceneggiatura. Guadagna, dice, tra i 100 e i 200mila euro lordi all’anno. Suo fratello Francesco è fondatore e amministratore della Medialia srl, che produce contenuti digitali per la Rai in sospetto conflitto di interessi con l’attività del padre (e infatti a riguardo c’è stata pure una interpellanza parlamentare). Dopo il fattaccio, Alessandro Sortino si è incazzato come un bambino sorpreso con le dita nella marmellata e in un’intervista ha detto: Elio Mastella “non si deve neanche permettere di pensare una cosa del genere. E’ una domanda illegittima”. Ma come, una Iena fa questioni sulla legittimità delle domande? Poi ha continuato: “Sono un caso americano puro, mi sono fatto grazie al mio lavoro. Sfido chiunque a dimostrare il contrario”. Questi sono i fatti e per carità lungi da me tirare valutazioni o dare giudizi. Tutti tengono famiglia. Per come conosco il mondo dello spettacolo, o sei Charlie Chaplin o di sicuro un ultraottantenne di strasuccesso come Mario Monicelli (fate due conti: ora ne ha 92) non alza il telefono per chiamarti. E non mi sembra che Sortino sia Charlot. Però, fatti suoi. Di sicuro è stato quantomeno arrogante e presupponente andare a fare la morale al figlio di Mastella, cioè a un ragazzo che in quel momento ha un padre avvisato e una madre agli arresti domiciliari. Soprattutto, non si fa la morale se si è quantomeno sospettabili della stessa cosa. Per quanto mi riguarda, Sortino e Mastella potrebbero essere pure raccomandati e chissenefrega.

Ma Elio Mastella è stato molto rock ad averlo zittito. Sortino è invece lento, molto lento e poco Iena.

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30 luglio 2009 4 30 /07 /luglio /2009 12:24


Classe 1919.

Un giorno qualcuno disse che se arrivi nel punto più alto non potrai fare altro che cadere.
La velocità e la durata della caduta dipenderanno solo da quanto si è bravi a trovare un appiglio per la salvezza, aggiungo io.


Di lui si è detto di tutto ed a lui sono stati attribuiti tutti i fatti su cui cadeva pesantemente un mistero che li rendeva irrisolti ed irrisolvibili.
Ma sarà davvero così?
Guardando il film "Il divo" di Sorrentino qualche dubbio nasce perché dietro la scorza del politico millenario, onnipresente spunta un piccolo omino un pò ingobbito, privo di amici sinceri, diffidente, un pò sottomesso alla moglie, freddamente affezionato alla segretaria e molto spesso sopravvalutato.
I momenti di confessione di Andreotti, nel film, ovviamente non sono frutto delle sue affermazioni ma creazione cinematografica eppure da essi nasce una versione comprensibile degli eventi del nostro ultimo mezzo secolo, coerente con i fatti che conosciamo, lineare e quasi condivisibile ma, creando un parallelismo con altre affermazioni sulla vita privata del senatore a vita, ne sembrano tanto grandi le proporzioni da non poter essere ritenute aderenti ad un singolo, piccolo, umano personaggio.
La sensazione che si prova dinanzi ad alcune scene è che Andreotti si sia trovato nel posto giusto al momento giusto o, al contrario, nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Quello che ogni tanto capita anche a noi  quando ci troviamo coinvolti nostro malgrado in situazioni "anomale" che non rientrano propriamente nel nostro stile di vita ma che in quel preciso momento ci portano ad essere al centro dell'attenzione di quel caso.

Andreotti non crede nel "caso" ma solo nella volontà divina
Sicuramente ha conosciuto molte persone e si è circondato delle persone sbagliate, cosa che ha portato a discutere molto della "corrente andreottiana" all'interno della Democrazia Cristiana.
Lui stesso, Sorrentino o Andreotti, chissà, afferma che la guerra si fa con i soldati che si hanno a disposizione e che per far crescere gli alberi serve il concime.
Vuole fare intendere che l'amicizia con alcune persone a lui vicine, spicca tra tutti Paolo Cirino Pomicino,
non sono altro che ciò che la politica gli ha messo a disposizione.
Emblematica l'affermazione all'inizio del film, anticamera di quello che sarà la storia del senatore: "mi pronosticavano la fine, io sopravvivevo, sono morti loro". E' accaduto veramente, ad oggi sopravvive a qualsiasi evento naturale o socio-politico.
Unica crepa nella scorza indistruttibile è il caso Moro. Andreotti rimugina con razionalità, tristezza e affetto, talvolta insieme all'amico Cossiga, su quanto accaduto negli anni 70 e su quanto potesse essere fatto che non si fece. La definisce "una seconda emicrania" e dato che il suo malore perenne è proprio l'emicrania, non deve essere stato un dolore tanto indifferente per intensità e perseveranza.

C'è una scena di sorprendente attualità: in un palazzo non meglio precisato, invitato Andreotti che rimane sempre comodamente seduto su un piccolo divano, Pomicino ha organizzato una festa con tanto di ragazze immagine e gruppo musicale simil Stomp.
Strano che non abbia un ricordo legato a quel periodo di titoloni su Repubblica in merito alla vita privata dei politici. Tempi che cambiano, politici e giornalisti che restano unitamente alla presa in giro nei nostri confronti.

Andreotti e Licio Gelli, fondatore della Loggia P2.


Storicamente ad Andreotti viene attribuita la reggenza della Loggia Massonica Propaganda 2 (P2), ponendo su Gelli il dubbio di essere solo una marionetta.
Tutto è possibile ma credo che dietro la loggia P2 non ci fosse una sola persona e, come capita nelle aziende, quando il business è piccolo riesce a comandare una persona sola ma quando il business diventa grande, sempre, subentra un management composto da diverse persone a controllarlo. Inevitabile ed indispensabile.
Certe cose nascono in un modo, forse come le vogliamo noi, ma col tempo crescono ed a volte ne perdiamo il controllo totale o parziale pur mantenendone la paternità.

Sorprende la moglie, dice di lui che tutti lo ritengono intelligente e furbo ma che lei sa che lui è solo abile nel rispondere con battute.

Sette volte Presidente del Consiglio, otto volte Ministro della Difesa, cinque volte Ministro degli Esteri, tre volte Ministro delle Partecipazioni Statali, due volte al Ministero delle Finanze, del Bilancio e dell'Industria, una volta al Ministero del Tesoro, dell'Interno, dei Beni Culturali e Ministro delle Politiche Comunitarie.
Seduto sulle poltrone del nostro Parlamento dal 1948, dal 1991 è Senatore a Vita.
Tanti successi nazionali ed internazionali a fronte di una sola grande sconfitta: l'ascesa mai avvenuta al Quirinale.

Andreotti e Alcide De Gasperi, fondatore della Democrazia Cristiana.


Nato a Roma, intraprese la carriera politica già durante gli studi universitari vivendo la svolta decisiva per il suo futuro assumendo la segreteria di De Gasperi, di cui era sinceramente affezionato.
Del rapporto con De Gasperi, intenso e stretto nonostante le profonde differenze caratteriali e metodologiche, Indro Montanelli disse che "quando andavano in chiesa insieme, De Gasperi parlava con Dio, Andreotti col prete".
Dopo aver ricoperto diversi incarichi di governo, nel 1972 diventa per la prima volta Presidente del Consiglio, conquistando Palazzo Chigi.
Abile mediatore non solo delle diverse correnti presenti all'interno della Democrazia Cristiana, fu attore protagonista della nascita del filoarabismo, della democratizzazione dei paesi dell'est Europa e della nascita dei primi rapporti commerciali con l'Unione Sovietica oltre che nel mantenimento di stretti rapporti con gli Stati Uniti.
L'ombra dei rapporti presunti con la mafia, con la P2 con il Vaticano, non hanno minimamente scalfito il suo potere fino ad oggi, potere che a detta di una frase erroneamente attribuitagli da diversi "logora chi non ce l'ha".


Scalfari durante un'intervista cercò, attraverso un'articolata aggressione verbale, di scalfire la sua resistenza agli eventi storici cercando di attribuirgli diversi fatti politici e rapporti con persone discusse, nel tentativo di stappare una difficile confessione.

Andreotti, nel film, reagisce affermando che il quotidiano Repubblica fu salvato da lui, in qualità di Presidente del Consiglio, dall'assalto per la conquista da parte di Silvio Berlusconi, datore di lavoro poco gradito per lo stesso Scalfari, grazie alla mediazione con il discusso Ciarrapico.

L'autonomia e la libertà riacquistata dal quotidiano ha permesso al suo direttore e fondatore di porre domande sfrontate, capziose e di porsi con fare arrogante, presuntuoso e diffidente dinanzi ad Andreotti.

Scalfari ribatte dicendo che la situazione era molto complessa permettendo ad Andreotti di replicare: "ecco, la situazione era un pò più comlessa ma questo non vale solo per la sua storia, vale anche per la mia".
Realtà storica o ancora finzione cinematografica?



In un lungo monologo, nella parte centrale del film, Andreotti dice:
"Non hanno idea delle malefatte che il potere deve commettere per assicurare il benessere e lo sviluppo del paese, per troppi anni il potere sono stato io, la  mostruosa e inconfessabile contraddizione: perpetuare il male per garantire il bene".

Il film prosegue fino alla fine con le vicende processuali del senatore, le accuse dei pentiti, le assoluzioni, per prescrizione, perché il fatto non sussiste o piene.

Amato e criticato, frequentato e discusso, colpevole e innocente, deviato e devoto, onesto e corrotto.
Andreotti ha fatto più di cinquant'anni della nostra storia ed è tutto ed il contrario di tutto.
Di lui si dice che conosca tutti i misteri d'Italia, che abbia un archivio segreto, potente arma contro chi lo voglia attaccare, di lui si dice che controlli o abbia controllato le leve del potere del nostro Stato.

Di lui rimane il mistero e la longevità.

Piccola curiosità sul film: tutte le ambientazioni sono sfumate in diverse tonalità di colori grigi o molto scuri tranne le scritte in sovraimpressione nello schermo e lo sfondo sulle didascalie finali dove domina il rosso, quasi fosse un messaggio subliminare a dire che oggi il rosso non si combatte più.

Anche questo è un piccolo segreto andreottiano.






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29 luglio 2009 3 29 /07 /luglio /2009 23:52
PLEASE VISIT OUR COUNTRY...



BUT PLEASE, VISIT DANCE VERSION...

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16 luglio 2009 4 16 /07 /luglio /2009 00:52


LA CRISI ARRIVA A STRASBURGO


"Una diaria di 290 euro! 'Sta miseria. Non ci si sta dentro. Questi non sanno cosa si prende al Parlamento italiano".

Chi l'ha detto? Il Mastellone da esportazione, il ceppalonico sempre in piedi.
Certo, al Parlamento italiano stipendi e rimborsi sono più decorosi.
E ci sono bonus, pensioni anticipate, macchine blu, brioches e gelati.
Tutto a spese del contribuente.
A Strasburgo Mastella è alla fame.
E' un emigrante atipico, con la panza e la valigia piena di torroncini.
Oltre alla diaria prende al mese solo 7.666 euro (lordi) di stipendio, 4.402 euro per spese generali e 17.570 euro per l'indennità per gli assistenti.

Una miseria.

Quindi COMPATRIOTI e CITTADINI uniamoci e rimbocchiamoci le maniche per aiutare il povero cucciolo a risolvere il suo problema economico. Mani ai portafogli per la causa!

Certo che stare in Italia è tutta un'altra cosa...vero ciccio ceppalonico?
Ti auguriamo tutti un esilio breve e rilassante oltre ad un veloce e trionfante ritorno a casa, carico di onori e corone!!!
A proposito di corone...se è riuscito a rientrare in Italia Ciccio Savoia non vedo perché non dovrebbe riuscirci Ciccio Ceppalonico...!

Ma mi viene in mente la solita, timida domanda da rompico***oni...
Se ciccio Mastella è arrivato a Strasbrugo....

CHI L'HA VOTATO?????????



...ed è subito polemica!







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15 luglio 2009 3 15 /07 /luglio /2009 00:17


La novità che riguarda Beppe Grillo ha colto tutti di sorpresa e ci stiamo chiedendo quanto ci sia o quanto ci faccia.
Vuole "entrare per rompere il partito " o "vuole rompere il partito per entrare"?
A questa domanda ovviamente non possiamo avere una risposta, non oggi almeno.
Dovremo aspettare l'esito delle decisioni dei "parrucconi" di cui Grillo vuole diventare amico/nemico/rivale/complice.

E' vero che tra tutti i candidati è l'unico ad avere un programma politico già ampiamente comunicato alla massa di adepti.
E' vero che aveva promesso di non entrare in politica, poco prima di dare il proprio sostegno a diverse liste civiche e poco prima di annunciare la sua candidatura alle primarie del Partito Democratico.



E' vero che lui si muove in trasparenza e senza confitto di interessi, sempre che non consideriamo come conflitto di interessi il dire di voler rimanere estraneo ad una cosa a cui poi si decide di partecipare.
Mi rimane un piccolo mal di pancia per tante persone che, dopo aver affermato di non voler prendere parte e giochi politici, si sono poi schierate nelle file dei mantenuti statali, qualcuno addirittura fondando un nuovo e proprio partito politico (Cofferati, Dini, ecc.).
Se dovessi scommettere su cosa accadrà punterei su Grillo con un proprio partito, movimento o chissà cos'altro alle prossime amministrative appoggiando tutta la foga dei propri discorsi elettorali sul fatto che, essendo l'unico "pulito di buone intenzioni" è stato cacciato dai "vecchi partiti di parrucconi.



Pensandoci bene, potrebbe funzionare davvero.

Ed è subito polemica...

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10 luglio 2009 5 10 /07 /luglio /2009 10:38
Il sito del più importante quotidiano nazionale, il Corriere della Sera, ieri scrivera questo piccolo articolo accanto alla foto di Barak Obama e di Stefania Pezzopane, presidente della Provincia dell'Aquila:

"Ha dimostrato di essere dotato di grande sensibilità ma anche di 'sense of humour' il presidente americano Barack Obama durante la sua visita tra le macerie de L'Aquila. Durante la foto di gruppo con il sindaco Cialente, il presidente della Regione Chiodi e la presidente della Provincia, Stefania Pezzopane, l'inquilino della Casa Bianca, notata la differenza di statura con quest'ultima si è abbassato sulle ginocchia per mettersi alla sua altezza. Risate generali. E dalle file anteriori è partito anche un applauso (Ap)"

Il Corriere (o la fonte che sembra essere AP) ha ragione, Obama ha saputo sdrammatizzare e rendere simpatica una situazione formale.
Certo la signora Pezzopane avrebbe anche potuto ritenere il gesto una presa in giro troppo forte, soprattutto per la presenza di telecamere e giornalisti. Avrebbe potuto fraintendere un atteggiamento simpatico trasformandolo in "scherzo pesante".
Ma noi italiani siamo simpatici e allora, eccola lì, che ride accanto al Presidente, felice di essere stata la First Lady di questo siparietto.

Ora leggete questo stralcio, sempre del Corriere on line su www.corriere.it, del 18 novembre 2008:

"TRIESTE - Un altro siparietto di Silvio Berlusconi con i «grandi» della Terra. Stavolta niente corna ma il gioco del nascondino. Accade tutto al vertice italio-tedesco di Trieste. Il presidente del Consiglio, nell'accogliere Angela Merkel a piazza dell'Unità d'Italia, si piazza dietro il pennone portabandiera e all'arrivo del cancelliere sbuca fuori esclamando «Sono qui». La Merkel, allargando le braccia e con aria divertita, risponde al «cucù» del Cavaliere con un laconico e non si sa quanto imbarazzato: «Silvio».

SCENA SOTTO GLI OCCHI DI DECINE DI GIORNALISTI - La scena, si è svolta sotto gli occhi di decine di giornalisti ed è stata ripresa dalle telecamere. Ma la distanza ha impedito di ascoltare la conversazione. Dopo il saluto (un abbraccio con doppio bacio sulla guancia), Berlusconi ha portato la Merkel verso il lungomare dove un centinaio di persone assistevano all'arrivo dei due leader. (...)"

 



Laconica ed imbarazatta reazione della Merkel, dice il Corriere.

Mi chiedo: se Obama avesse fatto "cucù" alla Merkel, la reazione sarebbe stata "imbarazzata e laconica"?
Quando Berlusconi, al pari di Obama, si mette su un gradino per fare una foto, è simpatico ed ottiene l'applauso del pubblico e dei giornalisti oppure è il solito pagliaccio all'italiana?
Salire su un gradino per fare una foto non offende nessuno mentre inginocchiarsi accanto ad una persona per fare una foto alla "sua altezza" potrebbe essere offensivo...se questa fosse permalosa.
Forse la signora Merkel non è simpatica come la signora Pezzopane?

Meno male che controlla l'informazione...

Ed è subito polemica!



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2 luglio 2009 4 02 /07 /luglio /2009 12:37


Da anni sento parlare solo di Berlusconi, del fatto che ha tre televisioni, del conflitto di interessi, dell'uso della politica per scopi personali, di leggi ad-personam, ecc.
Da anni non sento più parlare di politica.
Credo che le due cose non siano separate, credo che per vincere in politica non serva la tifoseria da stadio o l'ideologia per partito preso.
S
e a casa mia ci sono solo io, decido tutto e lo decido da solo.
Se a casa mia, insieme a me, c'è mia moglie allora la situazione è diversa. Si creano divergenze di opinione e si cerca di mediare per trovare il compromesso adatto a risolvere una certa situazione.
Una volta deciderà lei e la volta dopo io.

Non ho voglia di parlare del conflitto di interessi, tutti sanno che nessuno vuole risolvere il conflitto di interessi proprio perché utile per continuare a parlare del conflitto di interessi (mi ripeto volontariamente).
In pratica si potrebbe dire che il conflitto di interessi nasce dal conflitto di interessi dell'opposizione che non lo risolve per opportunismo proprio. Questo non è uso della politica per scopi personali?

Berlusconi stesso ha detto, in prossimità dell'ultima tornata elettorale, che un ennessimo segretario di partito antagonista sarebbe stato sconfitto insieme agli altri, andando ad ingrassare una lunga lista. Aveva ragione. Così è stato.

La politica Berlusconiana che per paradosso ha coniato decide di termini specifici come questo, è si mirata alla denigrazione "delle sinistre", che così vengono chiamate in virtù della loro frammentazione, ma è rivolta alla gente.
Ritengo che questo sia l'errore della sinistra: essersi allontanato dalla gente.

Berlusconi ci viene presentato come un pericolo pubblico per la nostra democrazia ma io personalmente ritengo che non sia più pericoloso di altri.
Ritengo invece che ci venga mostrato così per non aggiungere altro ad un dialogo concreto.

Dall'opposizione non arriva mai una proposta ma solo la solita bandiera sventolata su principi generici.
Dall'opposizione non arriva mai una mediazione ma solo il no secco a qualsiasi proposta di soluzione.
Dall'opposizione non arriva mai un concetto nuovo che potrebbe filosoficamente essere collegato alla politica progressista ma solo le solite chiusure celate da una mentalità vecchia ed obsoleta.

Tanto per fare un esempio concreto legato all'ultima sventurata vicenda dell'incidente di Viareggio: si sono sentiti cori di protresta contro Berlusconi al suo arrivo, si sono urlate le solite frasi di "tragedia annunciata" sulla stampa ed in tv (tutti berlusconiani, ovviamente...), si è indetto uno sciopero di protesta.

Idee geniali!

Berlusconi è corso sul posto con la protezione civile.

Io avrei voluto la partecipazione della sinistra solidale con le vittime e l'azione di governo.
Alle responsabilità, se ci sono, deve pensare la magistratura.

Io avrei voluto che i sindacati proponessero di fare un'ora di lavoro in più per destinarne il ricavato alle vittime ed all'opera di ricostruzione.

Oggi penso che l'ira onnipresente contro Berlusconi sia solo una scusa per coprire una mancanza personale, l'inefficienza dell'opposizione, la mancanza dell'alternativa.
Oggi penso che manchino i contenuti, che non ci sia un'ideologia politica, che anche gli ideali vengano inseguiti senza convinzione.
Oggi penso che l'ossessione contro Berlusconi sia solo una strategia di marketing.
Sono convinto che questa strategia non funzioni e la mia convinzione viene confermata dagli esiti elettorali.

Oggi direi: sveglia minacciati, forse dovete solo cominciare a lavorare sul serio ed il vostro grande incubo svanirà.
Più realisticamente direi: buon riposo minacciati, ci si vede alle prossime elezioni...se ci sarete ancora.

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